Premessa:
Questo e' un circuito tuttofare, alla base di alcuni miei progetti. Per
gentile concessione di
Vincenzo
Villa,
di seguito spieghero' come costruirlo con i rudimentali mezzi
dell'elettricaro.
Il circuito e' ampiamente e dettagliatamente descritto nel suo
funzionamento sul sito di
Vincenzo,
dove sono presenti anche le istruzioni per costruirlo, usando pero'
tecniche piu' professionali. La mia versione, inoltre, e' leggermente
diversa dall'originale, permette, infatti, un'utilizzo piu' comodo e
ampio delle uscite digitali gia' presenti nella parallela. Per ottenere
i 2 componenti principali vi rimando sempre alle pagine di
Vincenzo, nella
sezione "risorse
gratuite" e' presente, infatti, una comoda lista di siti dai quali
ordinare campioni, anche
gratuiti,
altrimenti introvabili nei comuni negozi di elettronica.
Materiale occorrente:
1 X Piastra 1000 fori di dimensioni adeguate
1 X max 147 integrato adc
1 X max 872 integrato regolatore
2 X 1 uF condensatore elettrolitico 16 o + volt
1 X 100.000 pF condensatore ceramico
1 X contenitore plastico
1 X connettore 25 poli per parallela maschio
1 X connettore 25 poli per parallela femmina
Attrezzatura:
1 X Saldatore e stagno
1 X "Robottino" per saldare (non essenziale ma
molto utile)
1 X Pinza, forbici
QB filo di rame
Nota: i valori dei condensatori non sono critici, io li ho scelti
perche' avevo quelli, le dimensioni erano contenibili e mi sembravano
adeguati.
Costruzione:
Innanzitutto il
saldatore: deve
avere una punta sottile perche' c'e' da lavorare nel piccolo, inoltre
deve essere di media o bassa potenza (25/30 W) per non bruciare gli
integrati. Se il vostro e' da 45W, sara' sufficiente (se possibile)
estrarre la punta di pochi cm dal tubo riscaldato. La punta deve essere
sempre pulita, se avete trovato una spugnetta quando avete comprato il
saldatore e vi siete sempre chiesti a cosa servisse, questo e' il
momento di bagnarla e usarla. In alternativa io uso le dita, dopo
averlo scrollato dallo stagno in eccesso, con un rapidissimo movimento
tolgo le impurita', aspetto che le dita si raffreddino (1 o 2 secondi)
e ripeto l'operazione.
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Io ho trovato
questa scatolina
tra le cianfrusaglie in cantina, suppongo comunque che sia in vendita.
Dentro c'era una scheda, percio' ho dovuto dissaldare i contatti dei
connettori per recuperarli. Per farlo, prima del saldatore, ho usato il
frullino. Voi non dovreste avere questo problema, nel caso... ve la
caverete.
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Sempre con il
dremel, bisogna
modellare la scheda 1000 fori in modo che stia fisicamente nel
contenitore. La scheda sara' anche parte integrante della struttura del
mobile. Collocare i 2 integrati come nella foto, contate i buchi.
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Si noti come sia
essenziale
limare le piazzole centrali della piastra 1000 fori, in corrispondenza
dei connettori: il passo e' diverso, quindi farebbero cortocircuito. Io
ho lasciato le prime 2 a sx e le prime 2 a dx come ancoraggio, fatelo
anche voi. Saldare 2 piedini opposti per ciascun integrato come nella
foto, dopodiche', premendo sull'integrato, scaldare nuovamente ciascun
piedino, in modo da portare l'integrato all'altezza giusta (zero).
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Finite di saldare
tutti i
piedini di tutti gli integrati. Se siete veloci e il saldatore e' di
bassa potenza, potete saldarli tutti uno dietro l'altro, altrimenti
conviene fermarsi, ogni tanto, e controllare spesso la temperatura
dell'integrato in oggetto. Un surriscaldamento potrebbe renderlo
inutilizzabile.
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Il primo
collegamento da fare
riguarda la massa. Questo filo si fa carico di tutte le correnti
negative che passano attraverso il nostro accrocchio, e' bene pertanto
che sia di dimensioni adeguate. Spelatelo e attorcigliatelo come nelle
foto.
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Il filo va poi
stagnato per
renderlo rigido e modellabile, scusate se la foto non e' perfettamente
a fuoco ma non ho 3 mani.
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Il filo va poi
modellato e
tagliato di misura usando pinza e forbice da elettricista. E' opportuno
stagnare preventivamente anche tutti i contatti ove il filo appoggera',
anche per evitare di doverli ricontare.
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Scaldando il filo
sopra uno dei
pin, diventera' tutt'uno con esso, scegliete quindi un pin da una parte
e uno dall'altra. Una volta che il filo non puo' piu' muoversi,
procedete con le altre saldature, aiutandovi con la pinza o con un
cacciavite per spingerlo verso il basso.
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Con lo stesso
sistema usato in
precedenza per il filo della massa, stagnate un filo piu' sottile. Io
ho usato gli scarti delle piattine utilizzate per le termocoperte. Fate
una L cosi'.
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Stagnate
velocemente ma con cura
il piedino del max, anche a piu' riprese. L'importante e' mantenerlo
fresco (non superare la temperatura consigliata nel datasheet).
Stagnate anche il pin sul connettore. Dopodiche', senza bisogno di
aggiungere altro stagno, sara' semplice saldare il filo nei 2 punti.
Tagliate l'eccedenza con una forbice.
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Anche il secondo
pin va saldato
al connettore come nella foto. La fortuna ci assiste e, anche questi 2
punti di collegamento, sono proprio uno di fronte all'altro.
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Il prossimo
collegamento e' un
po' piu' lungo, inoltre si accavalla con i due precedentemente fatti,
quindi sara' duopo che il filo sia isolato. Tagliate un pezzo di filo
dalla piattina lungo a sufficienza per fare il collegamento e spelatelo
leggermente alle estremita'. Io uso da sempre i denti, molti dentisti
vorrebbero che io vi consigliassi di farlo anche voi ma, a costo di
intristire il mio avvocato, non lo faro'.
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Posando il
saldatore sul filo
appena spelato, e' possibile stagnarlo. Noterete che la guaina si
ritirera' leggermente, se avete seguito il mio precedente consiglio di
spelarlo leggermente, leggermente + leggermente = una mirura corretta.
Altrimenti tagliatene via un pezzo. Non metteteci una vita per evitare
che la pinza di sostegno buchi la guaina in maniera evidente.
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Non esattamente "da
manuale" ma,
senza troppe pretese, il collegamento e' fatto. Ovviamente avrete
stagnato prima sia il pin dell'integrato che quello del connettore.
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1°
collegamento da fare nel
posto giusto: sotto la scheda. Questa volta e' venuto meglio perche'
prima ho saldato il filo al piedino dell'integrato e poi l'ho piegato.
L'altra piega e' "lontana" abbastanza dal punto da scaldare e non ha
risentito del calore.
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Pausa cena. Il sole
e'
tramontato e, il lume della candela, non mi aiuta certo a realizzare
foto perfette, ma si dovrebbe capire lostesso. Questo e' il prossimo
collegamento, ormai avete imparato come si stagna il filo, come si
stagnano i pin eccetera. Lasciatelo lungo, lo tagliate dopo.
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Procedete poi con
queste altre
saldature. Non preoccupatevi di quella saldatura che sembra non fatta:
sembra. Comunque me ne sono accorto e l'ho gia' messa a posto.
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Il prossimo filo
collega un pin
dell'integrato ad un'altro, quest'altro al condensatore e poi all'altro
integrato. E' quasi impossibile saldare un filo dove e' gia' stato
saldato un'altro filo, senza dissaldare il primo filo. Io ho risolto
cosi': e' tutto un'unico filo. Prendete bene le misure.
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Io ho preso le
misure male, il
filo e' di lunghezza appena sufficiente ma, essendo stagnato, non mi
preoccupo... dove volete che vada? Incominciate tagliando le zampine
del condensatore elettrolitico, facendo attenzione al segno meno, nella
foto e' rivolto in alto a dx. Il filo lo fate passare sotto, dopo aver
saldato il meno del condensatore, per lasciare piu' ordinata la
situazione, oppure lo fate passare sopra, e' indifferente.
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E' sempre utile
vedere le cose
da piu' angolazioni. Il filo, dal piu' del condensatore, aspettiamo a
saldarlo al regolatore per agevolare le operazioni successive. Non si
vede dove va a finire il filo la in alto, errore mio, la direzione,
pero', e' chiara. Va all'ultimo piedino dell'integrato, al quale
abbiamo fatto la prima saldatura sul lato sopra.
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Facciamo sbucare da
sotto un
filino per andare a prendere la massa dal primo filo in assoluto che
abbiamo collegato. Da sotto andra' poi saldato al pin del regolatore li
vicino. E' magicamente comparso anche il condensatore ceramico.
Saldatelo come nella foto, non e' polarizzato (non ha un verso).
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Attenzione: questa
si fa alla
cieca. In verita' mi sono scordato di fotografare il condensatore dal
di sopra, ma e' comunque visibile in altre foto piu' avanti, percio'
tranquilli, stavo solo scherzando. Il piu' del condensatore sbuca
cosi', va piegato e ripiegato. Siccome questo filo passa vicino ai
contatti del regolatore, ho ritenuto opportuno inguainare il tratto a
rischio con della guaina recuperata da terra (dal pavimento)
proveniente dalla solita piattina.
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Altra angolazione
per fugare
ogni dubbio: va saldato proprio li'. Il meno del condensatore va
saldato al solito filo "volante", il primo che abbiamo saldato: la
massa.
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Ancora qualche filo
da saldare,
tra il 147 e l'872. Saldiamo anche il filo che avevamo tralasciato in
precedenza, quello che arriva dal piu' del condensatore. La seconda
foto e' piuttosto inutile ma, tanto, il rullino non l'ho pagato.
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Questo e'
importante, il mio non
funzionava senza questa modifica: bisogna saldare un filo tra la massa
dell'adc (il famoso primo filo) alla massa del connettore, per farlo e'
(quasi sempre) necessario raschiare un po' il metallo prima di poterlo
stagnare. Io ho usato il frullino per ridimensionare la saldatura.
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Questo e' quello
che io chiamo
un lavoro da scimmia: ripetitivo e noioso. Bisogna bypassare le 8
uscite digitali della parallela per poterle utilizzare insieme al
convertitore.
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Questa e' la foto
sopra, dove,
finalmente, si vede anche il condensatore che mi era sfuggito prima.
Non dovete passare sopra ai condensatori perche' lo spessore
diventerebbe troppo e non potreste piu' chiudere la scatolina. Quindi
"sacrifichiamo" un po' di masse per avere accesso dall'esterno agli 8
ingressi del max 147.
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La fatica che
abbiamo fatto non
si vede minimamente, ma lo strumento e' serio, discreto, robusto,
veloce, preciso, compatto, versatile... le sue applicazioni sono
infinite.
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Conclusioni:
E l'alimentazione? Non c'e'! Ma il mio funziona benissimo. In verita',
l'alimentazione, viene dalla stessa parallela, il circuito consuma
talmente poco che basta una sola uscita della parallela per
alimentarlo. Facendo poi esperimenti sul software, mi e' capitato di
vederlo funzionare anche senza accendere l'uscita che lo alimenta.
Sarebbe interessante scoprire come fa.
Non ho parlato di cifre, pin di qua, pin di la, volt di qua.... perche'
le altre caratteristiche sono le stesse del progetto di
Vincenzo e il suo sito
merita una
visita.
Sul suo sito trovate anche il software per farlo funzionare, in
svariati linguaggi. Purtroppo io ho modificato alcuni pin per liberare
tutte le uscite possibili e, il SW che potreste scaricare la, non
funzionerebbe. Percio' ecco il software modificato. Io conosco solo il
basic, inoltre, il pc da "battaglia" che uso sul campo e' un 100 che
non supporterebbe programmi piu' complessi con la stessa velocita'.
MAXRDX.BAS
Il programma legge solo le 8 tensioni e le visualizza sullo schermo. In
caso di malfunzionamento ricontrollate l'hardware, in caso di NON
funzionamento, controllate nel bios il numero esadecimale della
parallela, usate la calcolatrice scientifica per convertirlo in
decimale e modificate la riga di programma "LPT1=..." con il numero che
vi risulta.
USC e' lo stesso numero -2, scrivendo "out USC, n", dove n e' un numero
compreso tra 0 e 255, e' possibile modificare il livello logico di
ciascuna delle 8 porte di uscita.
Prima di cimentarsi nella costruzione e' necessario leggere le
avvertenze.
adc analogico digitale
analogico-digitale pc personal computer voltmetro voltmetri
digitalizzatore digitalizzatori interfaccia